A proposito di politica e di elezioni: l’apologo degli alberi nella Sacra Scrittura

Consideriamo il racconto biblico del Libro dei Giudici (9,8-15) come spunto di riflessione sull’attuale situazione politica del nostro Paese:

8 Si misero in cammino gli alberi
per ungere un re su di essi.
Dissero all’ulivo:
Regna su di noi.

9 Rispose loro l’ulivo:
Rinuncerò al mio olio,
grazie al quale
si onorano dèi e uomini,
e andrò ad agitarmi sugli alberi?

10 Dissero gli alberi al fico:
Vieni tu, regna su di noi.

11 Rispose loro il fico:
Rinuncerò alla mia dolcezza
e al mio frutto squisito,
e andrò ad agitarmi sugli alberi?

12 Dissero gli alberi alla vite:
Vieni tu, regna su di noi.
13 Rispose loro la vite:
Rinuncerò al mio mosto
che allieta dèi e uomini,
e andrò ad agitarmi sugli alberi?

14 Dissero tutti gli alberi al rovo:
Vieni tu, regna su di noi.

15 Rispose il rovo agli alberi:
Se in verità ungete
me re su di voi,
venite, rifugiatevi alla mia ombra;
se no, esca un fuoco dal rovo
e divori i cedri del Libano.

Giudici 9,8-15

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“Gli alberi, volendo trovare fra di loro un re, si mettono a cercarlo tra le piante di più grande pregio. Ecco dunque che si rivolgono all’ulivo che, con il suo prezioso olio, nutre, scalda, illumina… Ma l’ulivo, che oltre ad essere tanto utile è pure saggio, rifiuta decisamente tale proposta.
Allora gli alberi si rivolgono al fico il cui frutto è così squisito, ma anche il fico rifiuta.
Si rivolgono poi alla vite, dal vino tanto gustoso: “Vieni, regna su di noi!”- le dicono, ma anche questa se ne guarda bene e rifiuta.

La risposta è sempre negativa: essi sono lieti di essere utili agli altri col loro olio o col frutto dolce o col vino inebriante e non vogliono lasciarsi prendere da manie di dominio, librandosi sopra le altre piante, gloriandosi e vivendo riveriti e serviti.

Alla fine allora chi accetterà questo incarico? Sarà, e molto volentieri, una pianta, guarda caso, senza arte né parte, il rovo appunto, che non ha nessun impegno se non quello di ramificarsi su altri vegetali vivendo da parassita e producendo solo spine. Il rovo accetta questo incarico non per qualche merito o capacità, ma per pura ambizione, tanto da imporre immediatamente le sue ben precise e gravose condizioni: avido com’è, s’immagina già frondoso ed elevato, e minaccia le altre piante perché si pieghino subito sotto la sua presunta ombra. “

Mons. Gianfranco Ravasi

L’insegnamento morale contenuto in questo breve ma esaustivo racconto biblico illumina quanti sono chiamati in ogni momento particolare della Storia ad assumere un ruolo di responsabilità in vista del Bene Comune; la lettura non superficiale dello stesso è invito sincero nella consapevolezza di quanto sia nobile e prezioso l’atto del governare… è lo stile del servizio che qualifica il perfetto Servo di Jahvè!

Elevarsi al di sopra delle proprie chiusure narcisistiche debordanti fino all’ arroganza sterile del potere, condizione esistenziale del rovo presuntuoso oltre i maestosi cedri del Libano , crediamo fermamente sia atto generosamente creativo dove, come ricordava Papa San Paolo VI ” la Politica assurge niente meno che a forma alta, eminente di C a r i t à !”

BUON CAMMINO!


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