O come “Osservare”

Leggendo alcune pagine della Bibbia scopriamo che Dio è piuttosto curioso, qualcuno a cui piace osservare.

Lo possiamo immaginare agli albori della creazione nell’atto di contemplare soddisfatto la sua opera che gli risultava «cosa buona», oppure mentre segue con lo sguardo Adamo che passeggia nel giardino chiamato Eden, o ancora quando Israele cadde nella schiavitù in Egitto e lui “osservò” la sua miseria e udì il suo grido (Cf. Es 3,7). È proprio l’essere attento del Signore con lo sguardo che il Salmista invita a ritenere come una testimonianza da tramandare con fedeltà: «Questo si scriva per la generazione futura e un popolo, da lui creato, darà lode al Signore: “Il Signore si è affacciato dall’alto del suo santuario, dal cielo ha guardato la terra, per ascoltare il sospiro del prigioniero, per liberare i condannati a morte”» (Sal 102, 19-21).

Ma il Signore non si accontenta di guardare dall’alto, infatti facendosi uomo ha voluto osservare anche dal basso la condizione degli esseri umani.

Little discovering nature through a magnifying glass

Nel vangelo di Marco si racconta di un uomo ricco che si avvicina a Gesù per domandargli cosa doveva fare per avere in eredità la vita eterna. L’evangelista poi precisa che Gesù «fissò lo sguardo su di lui, lo amò» e gli descrisse la via da seguire (Mc 10,21). Sempre nel secondo vangelo si trova un curioso racconto in cui alcune persone scoperchiano il tetto di una stanza per portare davanti a Gesù il loro amico malato. Lì si narra che il Signore «vedendo la loro fede, disse al paralitico: “Figlio, ti sono perdonati i peccati”» (Mc 2,5) e poco più avanti si dice che Gesù conosceva, cioè osservava, ciò che la gente pensava del suo modo di parlare e di agire – niente di buono! – (Mc 2, 8). Ma, tra i testi evangelici spicca uno in cui Gesù viene presentato nell’atto di osservare e scrutare l’atteggiamento delle persone e interpretare i loro più intimi pensieri. Così racconta Marco: «seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo». E Gesù vede nel gesto della donna il dono di «tutta la sua vita» Mc 12,41-44

Gesù, l’uomo-Dio, osserva per conoscere e per interpretare ma soprattutto per amare le nostre storie, le nostre vicende. E anche noi, come lui, dobbiamo imparare a osservare tutto ciò che ci circonda per trarne insegnamento, così come lui ha fatto davanti al tempio cogliendo nel gesto della donna qualcosa che gli faceva capire il suo stesso percorso: donare la sua vita. Gesù, «da ricco che era si è fatto povero per voi, perché diventaste ricchi per mezzo della sua povertà», (2Cor 8,9). È importante osservare, non per giudicare ma per imparare e per amare. In questo nostro tempo è tanto importante osservare i poveri perché, come la vedova, possono diventare per noi dei maestri di vita. È osservando loro che Gesù pronunciò quella frase che ancora ci sconvolge perché non ne abbiamo ancora capito il significato più profondo «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio» (Lc 6,20).

p. Jonathan

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