Buongiorno Don…Vivo una difficile situazione familiare che coinvolge dei ragazzi con i quali non sono riuscita ad instaurare un buon rapporto. Ciò mi fa sentire di troppo e colpevole della loro infelicità, cosa mi consiglia?
Sappiamo che nella crescita di un bambino e di un ragazzo è fondamentale la figura paterna e materna. Il padre richiama la giustizia mentre la madre la tenerezza; in altri termini i nostri genitori ci abitano e saranno presenti per tutta la vita. Vedere al posto della propria madre un’altra figura è un evento traumatico da gestire, poiché è istintivamente inaccettabile. Sappiamo che i processi sono lunghi per tali situazioni e hanno a che fare con profonde destrutturazioni del cuore e ferite affettive.
È una situazione umanamente molto comprensibile; la fatica che dovremmo fare è immaginarci a quella età negli “stessi panni”. Quando di mezzo ci sono i figli, a maggior ragione se piccoli, è come fare cadere una goccia nell’acqua, si creano una infinità di cerchi, anche se impercettibili. La gestione di nuovi eventi, lì dove c’era già una condizione familiare, non è gestibile come si possono catalogare libri o documenti. Credo che non debbano essere giudicati i ragazzi e, poiché il bene è libero, nessuno può avere la pretesa di essere amato. Ciò vale per i genitori dei figli, per le guide di comunità, per i docenti e a maggior ragione per figure nuove che richiamano una sostituzione o rimozione affettiva. Sulla questione delle scelte bisogna ascoltare la coscienza, in un percorso di discernimento che non sceglie solo il bene personale ma il meglio per tutti. La Chiesa custodisce il bene della famiglia e tutela la sacralità del matrimonio. Il giudizio appartiene a Dio ed ogni situazione è personale e a sé stante ma, nella misura in cui possiamo evitare sofferenze, possiamo mettere da parte il nostro io per il bene di ognuno.
Evidentemente la risposta, per necessità, è a carattere generale, poiché ogni situazione ha peculiarità specifiche. Garantisco la mia vicinanza spirituale poiché il dolore, da qualunque parte giunga, ci invita a guardare la croce del Signore ed a imparare a fare la sua volontà.
Un ricordo nella preghiera e buon cammino.
Don Salvatore Sciannamea