In questi giorni più volte mi è tornato in mente un racconto che avevo letto qualche anno fa e che mi era piaciuto tanto. È semplice e profondo insieme. Ci ricorda che ognuno di noi ha una propria singolarità e che dobbiamo cercare di farla emergere, altrimenti il mondo sarebbe come un po’ impoverito e meno bello.
Te lo propongo. Leggi e pensaci!
«Un giovane confidò al maestro: “Immergendomi nella lettura della Scrittura a volte mi scoraggio pensando che non sarò mai in grado di ascoltare la voce del Signore come faceva Mosè, e nemmeno avrò il coraggio dei Profeti e tanto meno la sapienza di Salomone”. L’anziano lo guardò con un sorriso carico di tenerezza e gli rispose: “alla fine dei tempi il Signore non ti rimprovererà di non essere stato come Mosè, semmai ti chiederà conto del perché non sei stato te stesso”».
Avere dei modelli a cui ispirarsi è una cosa buona. Ci aiutano a crescere. Un calciatore, un cantante o un pittore possono essere fonte di ispirazione, uno stimolo a superare i nostri blocchi. Ma una crescita vera comporta pure la fatica di scoprire la nostra unicità. È davvero una fatica, la cosa più semplice infatti è copiare e imitare, adeguarsi e conformarsi ad altri. Invece non dovremo indossare le magliette con i cognomi di altri, seppure famosi in tutto il mondo, ma quelle con il nostro cognome, forse conosciuto a pochi ma che sanno chi siamo veramente.
Credo che il Signore non se la prenderà con noi se non saremo riusciti a uguagliare qualche fenomeno… ma molto probabilmente noi non ci perdoneremo di non essere stati noi stessi, una meraviglia unica e stupenda.
Fratel Jonathan 👍
Grazieeeeee
Sarai sempre nei nostri cuori, anche se sarai in un altro posto, con un altro abito, sempre il nostro Jonathan resterai! Con tanto affetto Annalisa e Simone❤️
Carissima Annalisa, ti ringrazio tanto del tuo messaggio. Anche io vi porto nel cuore con tanto affetto. Un caro saluto a Simone.
…penso che anche se provassimo ad imitare qualcuno, non potremmo mai essere quel qualcuno. Siamo unici… Poi c’è chi vuole la vita “semplice” e chi ha piacere osare
Anche i bambini piccoli imparano il tutto imitando, poi il tempo gli farà prendere il proprio “essere unico” forse conforme a qualcun’altra ma non lo stesso.
Grazie Jonathan per le tue riflessioni, dopo averle lette mi “autoanalizzo” ☺️
Grazie mille infatti dobbiamo cercare di essere noi stessi, ma a volte si cade nell’errore di somigliare ad altri. Spero che le sue parole ci aiutano a comprendere ed amarci così come siamo
Io credo che il segreto sia nella misura.
La nostra maturità deve poterci permettere di seguire un modello di riferimento virtuoso che sia per noi fonte di ispirazione,rimanendo noi stessi e senza esserne travolti.
Il rischio infatti e’ che se ne diventi succubi se siamo insicuri e manchiamo di personalità.Non deve diventare necessità di conformarsi.di ‘identificarsi’ totalmente per vivere una vita che ci realizzi più della nostra,come avviene spesso in età adolescenziale.Questo,certo,e’ uno sforzo sterile che nasconde insidie e frustrazioni.
Non è nemmeno escluso,però,che trovarsi insieme a guardare verso un modello comune possa essere terreno di condivisione e incontro che ci aiuti positivamente.
L’ideale sarebbe,non tanto imitare,ma osservare da vicino,prendendo come insegnamento il meglio dagli altri,con il giusto distacco e la giusta autostima,nella consapevolezza che bastera’ fare del nostro meglio perché Lui ci ama in ogni caso,
uno per uno e se ci conosce ‘per nome’…..
qualcosa vorrà dire…..!
Grazie