J come “Joannes”

Nel continuare il nostro abc della fede prendiamo una parola non dal vocabolario italiano ma da quello latino questa volta: Joannes, cioè Giovanni. Precedentemente abbiamo incontrato già un Giovanni, l’evangelista, oggi facciamo conoscenza del Battista, il Precursore di Gesù.

Joannes-Giovanni significa “dono del Signore”. Nome più che azzeccato considerando che è stato concepito da una coppia di anziani e per di più da una donna “sterile”. Deve essere stato un tipo non molto “osservante” delle tradizioni dato che pur essendo discendente di un sacerdote -per cui gli spettava di diritto quella dignità- ha preferito vivere nell’essenzialità del deserto.  Non osservante delle tradizioni ma intransigente su altri  versanti della religione come la purità e la necessità di una immediata conversione dei cuori perché considerava imminente il giudizio del Signore: «Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco» Mt 3,10.

La sua personalità aveva attirato l’attenzione di moltissime persone e la sua autorevolezza era talmente forte che qualcuno pensava che fosse lui il messia, l’inviato di Dio. Basta ricordare che lo stesso Gesù lo considerava come “il più grande tra i nati da donna” Mt 11,11.

Dunque un uomo tutto d’un pezzo, con una grande autorevolezza ma nello stesso tempo di una umiltà unica. Riferendosi a Gesù dice: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali» Mc 1,7; e ancora: «Lui deve crescere; io, invece, diminuire» Gv 3,30.

Solitamente Giovanni è considerato come lo spartiacque tra l’Antico Testamento e il Nuovo Testamento. Detto Precursore perché anticipa immediatamente la venuta del Messia-Gesù e detto anche Battista perché «proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati» Mc 1,4, un lavacro per disporre i cuori alla visita imminente del Signore. Ebbe il privilegio di immergere Gesù nel fiume Giordano, evento in cui fu rivelato come “il Figlio prediletto”.

Si potrebbero scrivere diverse cose su Giovanni e richiamarne tante altre dette su di lui nei Vangeli, ma la descrizione più profonda su di lui ce la offre lui stesso. Infatti, incalzato da alcuni scribi e leviti che gli chiedevano «Cosa dici di te stesso?», rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaia» Gv 1,22s. Io sono voce. Non si presenta come colui che parla e non si presenta nemmeno come la parola, dice di essere la voce, il suono necessario ad esprimere la parola. E questa parola è la persona stessa di Gesù riconosciuto dal Precursore come «l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!» Gv 1,29

Sia questo un invito a cercare di conoscere meglio il Battista, profeta della fedeltà all’alleanza con Dio e uomo dal cuore aperto alla novità in cui lo stesso Dio si manifesta in ogni tempo della storia.  A lui si addicono a perfezione le parole di un altro grande profeta: «Come sono belli sui monti i piedi del messaggero che annuncia la pace, del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza, che dice a Sion: “Regna il tuo Dio”. Is 52,7

p. Jonathan

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